Tale indice è determinato sottraendo al valore del “Patrimonio netto” (totale voce A, sezione passivo dello stato patrimoniale, articolo 2424 cod. civ) i “crediti verso soci per versamenti ancora dovuti” (voce A, stato patrimoniale attivo) ed eventuali dividendi deliberati non ancora contabilizzati. Nel “patrimonio netto” non si tiene conto dell’eventuale “Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi”, indipendentemente dal suo saldo, in linea con quanto disposto dall’articolo 2426 cod. civ, comma 1, n. 11-bis.
L’utilizzo di tale indice è ammesso a condizione che gli organi di controllo considerino affidabili i dati assunti per il calcolo, secondo il proprio giudizio professionale. La base di partenza per la costruzione dei flussi di cassa rilevanti è il budget di tesoreria. Per la determinazione del DSCR possono essere utilizzati alternativamente due approcci basati sul budget di tesoreria.
Primo approccio
Il DSCR proviene da un budget di tesoreria, redatto dall’impresa, che rappresenta le entrate e le uscite di cassa attese nei 6 mesi successivi. Dal budget di tesoreria si ottengono il numeratore ed il denominatore dell’indice.
Il numeratore è rappresentato dal totale delle entrate di cassa previste nei 6 mesi successivi, giacenze di cassa iniziali incluse, a cui si sottraggono tutte le uscite di cassa previste nei successivi 6 mesi, ad eccezione dei rimborsi dei debiti posti al denominatore.
Il denominatore, invece, comprende la somma di tutte le uscite previste contrattualmente per rimborsare i debiti finanziari (verso banche o altri finanziatori). Il rimborso è inteso come pagamento della quota capitale contrattualmente previsto per i successivi 6 mesi.
Secondo approccio
La determinazione del DSCR è effettuata mediante il rapporta tra i flussi di cassa complessivi liberi al servizio del debito attesi nei sei mesi successivi ed i flussi necessari per rimborsare il debito non operativo che scade negli stessi sei mesi.
Il numeratore, rappresentato dai flussi di cassa al servizio del debito, è costituito dai seguenti elementi:
Il denominatore, invece, corrisponde al debito non operativo che deve essere rimborsato nei successivi 6 mesi. Esso è costituito dai seguenti elementi:
Se il debito deriva da piani di rientro accordati dai fornitori/creditori, rileva la parte di essi, comprensiva dei relativi interessi, che scade nei 6 mesi.
Le modalità di calcolo degli indici di settore sono i seguenti:
Tale indice è rappresentato dal rapporto tra gli oneri finanziari ed il fatturato ed include:
– al numeratore, gli interessi e altri oneri finanziari di cui alla voce C.17 art. 2425 c.c.;
– al denominatore, i ricavi netti, ovvero la voce A.1) Ricavi delle vendite e prestazioni dell’art. 2425 c.c.
È costituito dal rapporto tra il patrimonio netto ed i debiti totali ed include:
– al numeratore, il patrimonio netto costituito dalla voce A stato patrimoniale passivo dell’art. 2424 c.c., sottratti i crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (voce A stato patrimoniale attivo) ed i dividendi deliberati;
– al denominatore, i debiti totali costituiti da tutti i debiti (voce D passivo dell’art. 2424 c.c.), indipendentemente dalla loro natura e dai ratei e risconti passivi (voce E passivo dell’art. 2424 c.c.).
È rappresentato dal rapporto tra il cash flow ed il totale attivo e comprende:
– al numeratore, il cash flow determinato come somma del risultato dell’esercizio e dei costi non monetari (ad.es, ammortamenti, svalutazioni crediti, accantonamenti per rischi), dal quale sottrarre i ricavi non monetari (ad.es, rivalutazioni partecipazioni, imposte anticipate);
– al denominatore il totale dell’attivo dello stato patrimoniale art. 2424 c.c.
Esso è costituito dal rapporto tra il totale delle attività ed il totale delle passività a breve termine ed include:
– al numeratore, l’attivo a breve termine quale risultante dalla somma delle voci dell’attivo circolante (voce C attivo dell’art. 2424 c.c.) esigibili entro l’esercizio successivo e i ratei e risconti attivi (voce D attivo dell’art. 2424 c.c.);
– al denominatore, il passivo a breve termine costituito da tutti i debiti (voce D passivo) esigibili entro l’esercizio successivo e dai ratei e risconti passivi (voce E).
Quest’ultimo indice è ottenuto dal rapporto tra il totale dell’indebitamento previdenziale e tributario ed il totale dell’attivo e comprende:
– al numeratore, l’Indebitamento tributario rappresentato dai debiti tributari (voce D.12 passivo dell’art. 2424 c.c.) esigibili entro e oltre l’esercizio successivo, l’Indebitamento previdenziale costituito dai debiti verso istituti di previdenza e assistenza sociale (voce D.13 passivo dell’art. 2424 c.c.) esigibili entro e oltre l’esercizio successivo;
– al denominatore, l’attivo netto corrispondente al totale dell’attivo dello stato patrimoniale art. 2424 c.c.
Un efficace sistema di allerta interno dovrebbe essere idoneo a captare in anticipo le situazioni di crisi prima che queste si trasformino in insolvenza, cercando di evitare al tempo stesso il più possibile le false segnalazioni.
È opinione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che gli indici rappresentati dal Patrimonio Netto Negativo e il DSCR siano in grado, se determinati correttamente, di intercettare tutte le situazioni rilevanti.
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